In nome della madre

Venerdi 11 ottobre 2024
ore 21
Teatro Nuovo Treviglio

Di Erri de Luca
Con Galatea Ranzi
Regia Gianluca Barbadori
Costumi Lia Morandini
Produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo e Ponte tra Culture soc. coop.
In collaborazione con Regione Marche e AMAT Marche

“In nome della madre” è la storia in prima persona di Miriàm/Maria, una ragazza della Galilea, che ha una strana visione nella quale un angelo le annuncia che avrà un figlio e le profetizza per lui un destino di grandezza.
Subito dopo la giovane scopre di essere incinta. Dopo qualche titubanza, decide di avvertire Iosef/Giuseppe, il suo promesso sposo. Miriàm sa perfettamente che rischia di essere lapidata, ma rifiuta ogni menzogna, rivendicando il mistero della sua gravidanza e la sua assoluta buona fede. Iosef, anche in seguito ad un sogno premonitore, decide che le nozze avranno luogo come previsto, sfidando i benpensanti di Nazaret. Intanto, gli odiati occupanti romani organizzano un censimento e per i giovani sposi si prepara un viaggio lungo e difficile, a pochi giorni dal parto…
Anche se laico, facendo ricorso solo al linguaggio semplice e terso della poesia, Erri De Luca racconta la gravidanza di Miriàm/Maria. Il Talmud, oltre un decennio di studi biblici e gli storici romani gli forniscono dati preziosi per dare alla sua storia uno sfondo credibile. Ma non è un’urgenza storiografica, quella che muove De Luca. Piuttosto il desiderio di raccontare “qualcosa che non c’è, e cioè una versione di Miriàm/Maria” della nascita di Gesù, come ha spiegato lo scrittore in una recente intervista. E’ un testo pieno di Grazia, un inno all’Amore universale ed all’amore materno. Commuove e fa riflettere credenti e laici.
Erri De Luca presenta il suo libro “In nome della madre”, con queste parole: “In nome del Padre inaugura il segno della croce. In nome della madre s’inaugura la vita. L’adolescenza di Miriàm/Maria smette da un’ora all’altra. Un annuncio le mette il figlio in grembo. Qui c’è la storia di una ragazza, operaia della divinità, narrata da lei stessa. Qui c’è l’amore smisurato di Giuseppe per la sposa promessa e consegnata a tutt’altro. Miriàm/Maria, ebrea di Galilea, travolge ogni costume e legge. Esaurirà il suo compito partorendo da sola in una stalla. Ha taciuto. Qui narra la gravidanza avventurosa, la fede del suo uomo, il viaggio e la perfetta schiusa del suo grembo. La storia resta misteriosa e sacra, ma con le corde vocali di una madre incudine, fabbrica di scintille.”

Direzione artistica e organizzazione

Teatro de Gli Incamminati

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Utim