Il malato immaginario

Venerdì 13 gennaio 2023
ore 21
Teatro Nuovo Treviglio

Soggetto originale e regia: Marco Zoppello
Con, in ordine alfabetico: Sara Allevi, Anna De Franceschi, Michele Mori, Stefano Rota, Marco Zoppello

Scenografia: Alberto Nonnato
Costumi: Laura Salvagnin
Disegno luci: Paolo Pollo Rodighiero
Maschere: Roberto Maria Macchi
Produzione: StivalaccioTeatro / Teatro Stabile del Veneto

Realizzato con il sostegno: 70° Ciclo di Spettacoli Classici – debutto Teatro Olimpico di Vicenza

Assistente alla regia: Giulio Canestrelli
Realizzazione costumi: Antonia Munaretti
Realizzazione parrucche: laboratorio “Carlotta” – Venezia
Calzature: Aldo Biasibetti
Datore luci: Matteo Pozzobon
Responsabile di produzione: Federico Corona
Amministrazione: Elisa Dal Zotto
Foto: Serena Pea
Progetto grafico: Caterina Zoppini

17 Febbraio 1673. La quarta recita de Il malato immaginario è a rischio, tra i lavoratori del Palais Royal si parla di annullare lo spettacolo, il Maestro non è dell’umore per andare in scena. Ma la compagnia non ci sta, ed irrompe nel teatro pronta a reclamare la paga giornaliera, spinti dallo spettro della fame, sempre dietro l’angolo. L’insistenza dei tre commedianti è inarrestabile, Molière è costretto a cedere: lo spettacolo deve continuare!
A complicare la situazione un ritorno inaspettato: Madeleine, figlia di Molière, fuggita dal convento romano dove era stata rinchiusa.

Prende il via la celebre ed esilarante storia del Malato Argante, vecchio ipocondriaco che, tra purghe e salassi, va dissipando la propria fortuna.
Il Malato Immaginario è una farsa perfetta. Molière, da veterano della risata, costruisce nell’ultima sua opera una macchina teatrale inattaccabile, tratteggiando personaggi classici e moderni allo stesso tempo. Egli mette in scena la forza e vitalità dell’amore giovanile contrapposta con la più grande paura dell’umano: il passare del tempo.
Un ultimo viaggio, ancora una volta, tra la polvere del palcoscenico, le corde, i tiri e i contrappesi. Un inno alla vita, alla risata e alla bellezza, cantato dai saltimbanchi, condito di una farsa feroce, intrisa di amore per il pubblico. I testi diventano, nuovamente, pre-testi, condizioni di partenza per spiccare il salto nell’universo molieriano, giocandoci, improvvisandolo, cantandolo, mimandolo nel gioco più totale libertà del teatro, che deve essere vivo, estemporaneo e tangibile quanto la Commedia, specchio incrinato dell’umano.

Direzione artistica e organizzazione

Teatro de Gli Incamminati

Centro di produzione

In collaborazione con

Utim